Qui lascerò i miei pensieri , come panni stesi su un filo, mossi dal vento, scaldati dal sole..

mercoledì 3 settembre 2008

I racconti della ringhiera.La 'Neta del fra'


Ai bambini era vietato visitare quella casa. E neppure le donne si soffermavano volentieri davanti alla porta, quasi che dentro ci fosse qualche cosa di avvelenato, di assolutamente disdicevole con cui non entrare mai in contatto.
La donna vestiva sempre di scuro: da come la ricordo poteva essere vecchissima o ancor giovane. Di sicuro la ‘Neta ( da Annetta) sorrideva poco e, anche quando lo faceva, i suoi grandi occhi celesti non ridevano con lei.
Pur se tenuta a distanza, la ‘Neta era rispettata da tutti.Quasi una forma di timore...
Le voci, sul ballatoio, si fermavano improvvisamente ogni volta che lei passava per raggiungere le scale, gli occhi la fissavano ,alcuni cenni di disapprovazione malcelata la accompagnavano fino a che scompariva allo sguardo.
Mi incuriosiva, la ‘Neta, e mi piaceva.Un grande segreto, inaccessibile, si nascondeva dentro di lei e io sono sempre stata attratta da cio’ che non riesco a comprendere..
La mia famiglia non la frequentava, ma nessuno mi impediva di entrare in casa sua.
La casa era linda , ma con mobili scuri e severi.Troneggiava un divano, ricoperto da un telo lavorato in velluto: era un divano rigido, non come quelli cui siamo abituati oggi. Io mi sedevo,una bambola in braccio, e la ‘Neta mi regalava caramelle e biscotti .
Mi permetteva anche di prendere la “Maria Bambina” che aveva in camera da letto.Allora c’era l’usanza di tenere sul comò una bambola di cera vestita di pizzi dentro una teca trasparente: era, appunto la Madonna, bambina.
Passavo da lei il pomeriggio,d’estate, quando era troppo caldo per giocare e correre nel cortile: a lei,al contrario degli altri adulti, piaceva ascoltare le mie storie inventate.
A volte le lasciavo la mia bambola; mi sembrava potesse farle compagnia, ..la sera me la riportava, bussando discretamente alla porta e allungando la mano per restituirla. E non entrava mai.
Quando le donne parlavano di lei la nominavano come “la ‘Neta del fra’ “.
Non so per quanti anni pensai che fosse il suo cognome. Poi , quando ormai non c’era piu’, un giorno mia nonna mi racconto’ la sua storia. Una storia di altri tempi..ma giuro che è vera.
Anna era una bella ragazza, appartenente ad una famiglia agiata.
Era fidanzata con un bel giovanotto, suo pari.
Il caso volle che conoscesse un frate che divento’ il suo confessore
Anna si accorgeva che il rapporto con quell’uomo non era piu’ solo spirituale: si era innamorata di lui. E anche lui,che cercava di resistere a quel sentimento,era sempre piu’ pazzo di lei.
Era uno scandalo enorme per quei tempi.
Si misero di mezzo i frati e i parenti di Anna la chiusero in casa.
Ma una mattina si accorsero che Anna non era piu’ nel suo letto: era scappata lontano, durante la notte,con il solo abito che aveva addosso, con l’uomo di cui non poteva piu’ fare a meno.
Lui trovò un lavoro, e vennero ad abitare nella casa di ringhiera che il “padrone delle Ferriere” concedeva ai suoi operai.
Una coppia, come tante. Purtroppo ben presto la loro storia , non si sa come,divenne pubblica, e cosi’, piano piano, tutti li allontanavano.
Non ebbero mai figli, si diceva che fosse una punizione divina perché vivevano nel peccato ..
Quando lui mori’, in quel grande letto,lei era al suo fianco.
Lo seppellirono in fretta e furia, senza neppure una messa, perché lui era uno “spretato” come si diceva allora.
Lei rimase nella casa di ringhiera, sola e con il suo ricordo.
Pur essendo ancore giovane e, a quanto pare, nubile, non si sposò mai…

10 commenti:

Unknown ha detto...

Che bella storia, Dori.
Ho avuto la senszione di essere dentro a un film, dallo spirito spagnolo. Non chiedermi il perché, non te lo saprei dire...
Mi piace tanto ma tanto il tuo modo di scrivere.
Grazie!

Flà

sirena ha detto...

Grazie Fla'!;o)
Io ho vissuto questa realtà:da piccola abitavo in una di queste case di ringhiera..
I personaggi e le situazioni sono ricordo, piu' che fantasia..
Credo che le nostre case assomigliasero molto ai vostri conventillos.O sbaglio?
Bacione

lucy ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
lucy ha detto...

odio gli errori di battitura...
però non volevo eliminare il mio commento, uffi!
insomma dicevo che il racconto è bello, perché dori sei un'anima bella. e che anche a me il conventillo ha suggerito l'immagine delle case di ringhiera.
e adesso questo commento fa schifo.

Unknown ha detto...

Sì, assomigliano proprio ai conventillos, infatti i conventillos sono nati con gli immigranti.
Comunque lo spirito spagnolo non c'entrava con l'origine in parte dei conventillos, ma proprio con il clima , se vogliamo cinematografico, che mi ha preso il cuore.
Sei brava, Dori!!!

sirena ha detto...

Lucy:il tuo commento non fa schifo! I tuoi interventi mi fanno sempre piacere, lo sai!!!Un besazo!!!

lucy ha detto...

è vero flavia! fa pensare a "volver" di almodòvar.

Unknown ha detto...

Lucy, brava! hai colto ciò che volevo dire ma non trovavo forse il film.
Hai ragione!!!
I mio spirito era invaso da altre immagini che non destavano però la grande dolcezza mista di tristezza che io ho letto nel brano di Dori.
Besos

Flà

plinsky ha detto...

bionda come sarebbe "da piccola abitavo in una di queste case di ringhiera.."? perchè, adesso dove abiti?
oltre che gnocca anche scrittrice! ma allora ditelo! te vai avanti a scrivere che spadello io stasera. smuak! :0)

Pietro ha detto...

Ciao Dori,
ma questo Plinsky, che pesca a mosca, è Lucio, per caso??? ;-)
Il tuo racconto è bello e, risveglia ricordi anche in me: ad esempio, la prima volta che mia madre m'ha accompagnato a Milano, nel 1959, a trovare una zia ed uno zio carissimi che, io pensavo fossero benestanti, per il solo fatto che abitassero a Milano... ed abitavano, invece, in un piccolo appartamento, senza servizi, proprio in un palazzo di 4 piani, a ringhiera. L'unico servizio, per ogni piano, era un gabinetto con una turca e un lavandino, sufficiente sì e no per lavarsi le mani. Ricordo che, di sera, l'accendersi di una piccola lampadina, all'interno della cucina degli zii, segnalava che il bagno era "occupato"... Erano altri tempi...

Besos,
Pietro